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Vi sono due unità di misura dell'ampiezza, una assoluta (fisica) e una relativa alla sensibilità dell'orecchio umano (psicofisica). L'unità di misura fisica (che misura la pressione sonora) è il W/m2 (Watt per metro quadro), mentre quella relativa è il Phon; quest'ultima trova comunque ormai scarsa applicazione, e di solito si preferisce indicare il valore di pressione sonora. Poichè però l'orecchio è in grado di percepire suoni di intensità variabile entro limiti vastissimi (da 1W/m2 a 10-12 W/m2), si preferisce adottare il sistema di misurare le intensità in deciBel (simbolo dB); in questa unità di misura il campo udibile varia da 0 a 130 dB circa. In campo musicale vi è una corrispondenza sorprendente fra dB e gradi dinamici: si è verificato che, almeno per il caso della musica classica, ad ogni grado dinamico (pp-p-mf-f-ff) corrisponde una differenza di circa 6 dB, cioè anche per quanto riguarda un raddoppio (o un dimezzamento) dell'ampiezza.
Es. 5 suoni con ampiezze di 60 66 72 78 84 90 dB
Poichè la tendenza storica della musica è sempre stata quella di ampliare la tavolozza sonora a disposizione, anche per quanto riguarda l'ampiezza vi è stata un'estensione, sia verso il basso che verso l'alto. Così come i gradi dinamici hanno visto un accrescimento delle possibilità (fino al pppp in Debussy, per esempio), anche l'ampiezza si è estesa. Le grandi masse orchestrali mahleriane hanno consentito un aumento della gamma dinamica fino a livelli impensabili in Mozart. Riportiamo una tabella che indica approssimativamente le ampiezze in deciBel di alcuni fenomeni.
Riccardo Bianchini
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Coordinatore del Laboratorio Musicale: Prof. Gennaro Vespoli (Facebook)Contatta l'autore del sito: gennarovespoli63@gmail.com |