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Quanto si è detto fin qua era incentrato essenzialmente sugli aspetti fisici dell'acustica (anche se sono stati fatti parecchi riferimenti a come il suono viene percepito dall'orecchio). Ma il sistema auditivo umano non è formato soltanto dall'orecchio: il modo in cui le informazioni trasmesse dal nervo acustico vengono elaborate dal cervello è, in una certa misura, addirittura più importante delle informazioni stesse. Chi non ha sperimentato l'esperienza di non sentire un suono che in quel momento non interessava? Basterebbe questo semplice fatto a provare come le informazioni acustiche vengano filtrate, selezionate, modificate dal cervello. È già stata citata nel cap. 9 la ricostruzione della fondamentale mancante; vedremo ora alcune delle caratteristiche principali della percezione psicoacustica, rimandando alla bibliografia per eventuali approfondimenti. a. La percezione dell'intensità cambia con la frequenza: in figura è mostrato il diagramma di Fletcher e Munson, che rappresenta la sensibilità dell'orecchio alle diverse frequenze e per diverse pressioni sonore. Nell'asse verticale sono presenti le pressioni sonore in dB, sull'asse orizzontale le frequenze in scala logaritmica. Le curve, chiamate curve di uguale livello sonoro o isofone, e misurate in phon, dicono quale pressione sonora è necessaria, alle diverse frequenze, per dare la medesima impressione di intensità.
Si noti come a 1000 Hz phon e dB coincidano. Questa è la frequenza centrale. Man mano che si scende in frequenza, è necessaria una pressione sonora sempre maggiore per dare la stessa impressione di intensità, mentre salendo si nota come la curva abbia un minimo (zona di massima sensibilità dell'orecchio, fra i 3000 e i 4000 Hz) per poi risalire quando ci si avvicina al limite superiore di udibilità. b. Mascheramento dei suoni: allorché sono presenti due suoni, in particolari condizioni di frequenza e di intensità relative, il più forte può mascherare, cioè rendere inudibile, il più debole. Si vede in figura
come la soglia di intensità del suono mascherato si abbassi in corrispondenza delle frequenze armoniche del suono mascherante (il complesso dei sue suoni viene infatti percepito come spettro armonico) e come invece aumenti nei dintorni non immediati delle frequenze armoniche stesse, ossia nelle zone in cui l'intervallo formato è poco consonante. più in dettaglio, si vede come in presenza di un suono mascherante di 1200 Hz e 100 dB, un suono venga mascherato: a 1200 Hz se inferiore a 80 dB; a 1600 Hz se inferiore a 68 dB; a 2300 Hz se inferiore a 85 dB; a 2400 Hz se inferiore a 75 dB; e come il secondo suono venga invece difficilmente mascherato se è di frequenza inferiore al primo; infatti la curva di mascheramento scende velocemente al disotto dei 1100 Hz. c. La sensazione di altezza varia con l'intensità: senza dare dati particolari, basterà accennare al fatto che al di sopra dei 2000 Hz l'altezza cresce all'aumentare dell'intensità, mentre al di sotto dei 1000 Hz l'altezza decresce all'aumentare dell'intensità. d. L'intensità varia con la durata del suono: a parte il fatto, intuitivo, che al di sotto di una certa durata (15 ms circa) il suono non viene avvertito affatto, se un suono è di durata minore di circa 300 ms, la sua intensità appare sempre minore al diminuire della sua durata. e. La sensazione di altezza varia con la frequenza: si sa che un certo intervallo musicale corrisponde a un determinato rapporto di frequenze; per esempio, l'ottava corrisponde a un raddoppio (o a un dimezzamento) della frequenza. Questo però è vero soltanto nella banda centrale del campo udibile. In realtà, al di sotto dei 600 Hz, un certo rapporto di frequenze viene avvertito come crescente, mentre al di sopra viene avvertito come calante. Naturalmente questo effetto aumenta avvicinandosi a frequenze molto basse o molto alte. Questa particolarità della percezione auditiva è stata studiata da Stevens e Wolkmann, che hanno ricavato un diagramma simile a quello di Fletcher e Munson per la percezione dell'intensità. Riccardo Bianchini
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Coordinatore del Laboratorio Musicale: Prof. Gennaro Vespoli (Facebook)Contatta l'autore del sito: gennarovespoli63@gmail.com |